5 disastri ambientali legati all’energia che hanno cambiato la storia

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(Lifegate.it) – Chernobyl, Exxon Valdez, Deepwater Horizon, Prestige e Fukushima sono tra i più grandi disastri ambientali legati al mondo dell’energia per i quali stiamo pagando ancora le conseguenze.

Chernobyl, l’incidente della Exxon Valdez, quello avvenuto sulla Deepwater Horizon o sulla Prestige e Fukushima sono solo cinque tra i più grandi disastri ambientali accaduti per estrarre, trasportare o produrre energia negli ultimi 30 anni. Tutti incidenti legati al petrolio e al nucleare, i cui impatti sull’ambiente sono ancora oggi devastanti.

1986, Chernobyl: il più grande incidente nucleare della storia

Un guasto al reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, nei pressi di Kiev, lo fa esplodere. Era il 26 aprile 1986, 31 anni fa, quando accadde il più grande incidente nucleare della storia. Si sviluppò una nube radioattiva che contagiò in primis oltre 500mila lavoratori (quasi la metà della popolazione di Milano), coinvolti nel tentativo di contenere la contaminazione. Le sostanze radioattive continuarono a fuoriuscire e a ingrossare la nube radioattiva che investì tutta l’Europa. Si venne a creare un problema sanitario di proporzioni immense se si pensa che, a tutt’oggi, non vi è stato modo di stabilire con certezza i morti diretti e, tanto meno, quelli indiretti deceduti a causa di malattie e malformazioni genetiche generate dalle radiazioni e aumentate esponenzialmente negli anni successivi in molti Paesi raggiunti dalla nube radioattiva.

In quel 1986, la centrale nucleare di Chernobyl, intitolata a Vladimir Lenin, era la più potente dell’ex Unione Sovietica. Allora, non si ebbe la consapevolezza della catastrofe che si stava consumando tant’è che gli altri tre reattori della centrale continuarono a funzionare e, fino al maggio del 1987, quasi un anno intero, proseguì anche la costruzione del quinto e sesto reattore, poi definitivamente abbandonati.

Oggi, a più di 30 anni dall’incidente nucleare, il reattore esploso è ricoperto da un sarcofago alto 105 metri, lungo 150, con una campata di 257 metri che pesa 29mila tonnellate e, nelle intenzioni dei progettisti, dovrebbe resistere per almeno 100 anni. Tutt’attorno all’impianto non c’è più nulla: la città di Pripyatche prima dell’incidente ospitava 50mila abitanti è ora in completo stato di abbandono. I costi ambientali legati a Chernobyl non sono mai stati calcolati con precisione, ma sono stimati in centinaia di miliardi di dollari.

1989, Exxon Valdez: distrutto l’ecosistema marino in Alaska

Il 24 marzo 1989, la petroliera Exxon Valdez si incagliò nella baia Prince William Sound in Alaska sversando in mare tra i 41,5 e i 119mila metri cubi di petrolio grezzo, l’equivalente di 17-47 piscine olimpioniche. Una tempesta con venti fino a 70 chilometri orari disperse il petrolio in lungo e largo. La marea che si alzò fino a sei metri portò il petrolio in superficie, lo fece penetrare in profondità nelle spiagge. Per pulire gli oltre 1.900 chilometri di costa inquinati dal petrolio della nave furono spesi 2 miliardi di dollari.

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